Achille in Sciro, libretto, Roma, Corradi, 1771

 ATTO TERZO
 
 SCENA PRIMA
 
 Galleria.
 
 LICOMEDE e TEAGENE
 
 TEAGENE
835Così dunque, signor, un imeneo
 che tu a me proponesti, in un rifiuto
 da tua figlia si cangia? Ah quai son queste
 stravaganze d'un cuor!...
 LICOMEDE
                                               No, Teagene
 non disperar. La figlia a un mio comando
840il fallo emenderà. La scelta mia
 la vedrai rispettar...
 TEAGENE
                                       Vane lusinghe!
 Troppo severa in viso
 Deidamia mi parlò! A che scacciarmi
 risoluta così? E a tali accenti,
845a tai modi sdegnosi, i miei pensieri
 tu vuoi render tranquillo e vuoi ch'io speri.
 
    Ch'io speri? Ma come?
 Se tolta è a quest'alma
 dal seno la calma
850la pace del cor?
 
    Del torto t'avvedi,
 conosci qual sono.
 Tu siedi sul trono
 tu pensa al mio onor. (Parte)
 
 SCENA II
 
 LICOMEDE solo
 
 LICOMEDE
855In qual duro cimento, oh dio, mi pone
 d'una figlia il voler! Ma in quel momento
 chi sa... forse confusa al nuovo sposo
 non crede far offesa... eh a un cenno mio
 Teagene accoglierà... Ma d'ubbidirmi
860se baldanzosa ricusasse, allora
 di un adirato genitor raccolto
 tutto il furor mi leggerebbe in volto.
 
    Di pietà spogliato il core
 la proterva ingrata figlia
865mi vedrebbe su le ciglia
 la fierezza a balenar.
 
    E obbliando il genitore
 io saprei da questo soglio
 del suo orgoglio trionfar. (Parte)
 
 
 SCENA III
 
 Portici della reggia corrispondenti al mare. Navi poco lontane dalla riva.
 
 ULISSE ed ACHILLE in abito militare
 
 ULISSE
870Achille, or ti conosco. Oh quanta parte
 del maestoso tuo real sembiante
 defraudavan le vesti! Ecco il guerriero,
 ecco l'eroe. Ringiovanita al sole
 esce così la nuova serpe; e sembra,
875mentre s'annoda e scioglie,
 che altera sia delle cambiate spoglie.
 ACHILLE
 Sì, tua mercé, gran duce, io torno in vita,
 respiro alfin; ma qual da' lacci appena
 disciolto prigionier, dubito ancora
880della mia libertà; l'ombre ho sugli occhi
 del racchiuso soggiorno;
 mi sento il suon delle catene intorno.
 ULISSE
 (Ed Arcade non vien!) (Guardando intorno)
 ACHILLE
                                             Son queste, Ulisse,
 le navi tue?
 ULISSE
                         Sì; né superbe meno
885andran del peso lor che quella d'Argo
 già del suo non andò; compensa assai
 di tanti eroi lo stuolo
 e i tesori di Frisso Achille solo.
 ACHILLE
 Dunque che più si tarda?
 ULISSE
                                                 Olà nocchieri,
890appressatevi a terra. (E pur non miro
 Arcade ancora). (Come sopra)
 ACHILLE
                                 Ah perché mai le sponde
 del nemico Scamandro
 queste non son? Come s'emendi Achille
 là si vedrà. Cancellerà le indegne
895macchie del nome mio di questa fronte
 l'onorato sudor; gli ozi di Sciro
 scuserà questa spada; e forse tanto
 occuperò la fama
 co' novelli trofei
900che parlar non potrà de' falli miei.
 ULISSE
 Oh sensi! Oh voci! Oh pentimento! Oh ardori
 degni d'Achille! E si volea di tanto
 fraudar la terra? E si sperò di Sciro
 nell'angusto recinto
905celar furto sì grande? Oh troppo ingiusta,
 troppo timida madre! E non previde
 che a celar tanto fuoco
 ogn'arte è vana, ogni ritegno è poco!
 
    Del terreno nel concavo seno
910vasto incendio se bolle ristretto,
 a dispetto del carcere indegno,
 con più sdegno gran strada si fa.
 
    Fugge allora ma intanto che fugge
 crolla, abbatte, sovverte, distrugge
915piani, monti, foreste e città.
 
 ACHILLE
 Ecco i legni alla sponda.
 Ulisse, io ti precedo. (S’incamina al mare)
 
 SCENA IV
 
 ARCADE frettoloso e detti
 
 ULISSE
                                         Arcade, oh quanto
 tardi a venir!
 ARCADE
                            Partiam, signor; t'affretta,
 non ci arrestiam.
 ULISSE
                                  Che mai t'avvenne?
 ARCADE
                                                                        Andiamo.
920Tutto saprai.
 ULISSE
                           Ma con un cenno almeno...
 ARCADE
 Oh numi! Ebbra d'amor, cieca di sdegno
 Deidamia ci siegue; io non potei
 più trattenerla e la prevenni.
 ULISSE
                                                       Ah questo
 fiero assalto si eviti.
 ACHILLE
                                       Or che s'attende?
 ULISSE
925Eccomi.
 ACHILLE
                  Sì turbato,
 Arcade, che recasti?
 ARCADE
 Nulla.
 ULISSE
               Partiam.
 ACHILLE
                                  Ma che vuol dir quel tanto
 volgerti indietro e rimirar? Che temi?
 Parla.
 ULISSE
              (Oh stelle!)
 ARCADE
                                     Signor... Temo... Potrebbe
930il re saper la nostra
 partenza innaspettata
 ed a forza impedirla.
 ACHILLE
                                         A forza? Io sono
 dunque suo prigionier; dunque pretende...
 ULISSE
 No; ma è saggio consiglio
935fuggir gl'inciampi.
 ACHILLE
                                     A me fuggir!
 ULISSE
                                                               Tronchiamo
 le inutili dimore. Al mare, al mare,
 or che l'onde ha tranquille.
 
 SCENA V
 
 DEIDAMIA e detti
 
 DEIDAMIA
 Achille, ah dove vai? Fermati, Achille.
 ULISSE
 (Or sì ch'io mi sgomento).
 ARCADE
940(E la gloria e l'amor ecco al cimento).
 DEIDAMIA
 Barbaro! È dunque vero?
 Dunque lasciar mi vuoi?
 ULISSE
                                                (Se a lei rispondi,
 sei vinto).
 ACHILLE
                      (Tacerò).
 DEIDAMIA
                                         Questa, o crudele,
 questa bella mercede
945serbavi a tanto amore! Alma sì atroce
 celò quel dolce aspetto! Andate adesso,
 credule amanti; alle promesse altrui
 date pur fé. Quel traditor poc'anzi
 mi giurava costanza; in un momento
950tutto pose in obblio;
 parte, mi lascia e senza dirmi addio.
 ACHILLE
 Ah!
 ARCADE
           (Non resiste).
 DEIDAMIA
                                       E qual cagion ti rese
 mio nemico in un punto? Io che ti feci
 misera me? Di qual delitto è pena
955quest'odio tuo?
 ACHILLE
                               No, principessa...
 ULISSE
                                                                 Achille.
 ACHILLE
 Due soli accenti.
 ULISSE
                                 (Ohimè!)
 ACHILLE
                                                     No, principessa,
 non son qual tu mi chiami
 traditore o nemico. Eterna fede
 giurai, la serberò. Legge d'onore
960mi toglie a te; ma tornerò più degno
 de' cari affetti tuoi. S'io parto e taccio,
 odio non è, né sdegno
 ma timore e pietà. Pietà del tuo
 troppo vivo dolor, tema del mio
965valor poco sicuro; uno previdi;
 non mi fidai dell'altro. Io so che m'ami,
 cara, più di te stessa; io sento...
 ULISSE
                                                           Achille.
 ACHILLE
 Eccomi.
 ARCADE
                  (E pur non viene).
 ACHILLE
                                                      Io sento in petto...
 DEIDAMIA
 Non più; troppo, lo veggo,
970troppo trascorsi. Al grand'amor perdona
 i miei trasporti. È ver; sé stesso Achille
 deve alla Grecia, al mondo
 ed alle glorie sue. Va'; non pretendo
 d'interromperne il corso. Avrai seguaci
975gli affetti, i voti miei. Ma già ch'io deggio
 restar senza di te, sia meno atroce,
 sia men subito il colpo. Abbia la mia
 vacillante virtù tempo a raccorre
 le forze sue. Chiedo un sol giorno; e poi
980vattene in pace. Ah non si niega a' rei
 tanto spazio a morir; temer degg'io
 ch'abbia a negarsi a me?
 ARCADE
                                                (Se un giorno ottiene,
 tutto otterrà).
 DEIDAMIA
                            Pensi! Non parli! E fisse
 tieni le luci al suol?
 ACHILLE
                                      Che dici, Ulisse?
 ULISSE
985Che signor di te stesso
 puoi partir, puoi restar, che a me non lice
 premer più questo suolo,
 che a venir ti risolva o parto solo.
 ACHILLE
 (Che angustia!)
 DEIDAMIA
                                E ben, rispondi.
 ACHILLE
                                                                Io resterei
990ma... udisti. (Accennandole Ulisse)
 ULISSE
                          E ben, risolvi.
 ACHILLE
                                                      Io vorrei teco
 ma... vedi
 DEIDAMIA
                      Eh già comprendo. (Accennandole Deidamia)
 Già di partir scegliesti;
 va', ingrato. Addio.
 ACHILLE
                                      Ferma, Deidamia.
 ULISSE
                                                                          Intendo.
 Hai la dimora eletta;
995resta, imbelle; io ti lascio.
 ACHILLE
                                                 Ulisse, aspetta.
 DEIDAMIA
 Che vuoi?
 ULISSE
                      Che brami? (A Deidamia)
 ACHILLE
                                              A compiacerti... (Oh stelle,
 è debolezza). A seguitarti... (Oh numi! (Ad Ulisse)
 È crudeltà). Sì la mia gloria esigge...
 No l'amor mio non soffre... O gloria! O amore!
 ARCADE
1000(È dubbio ancor chi vincerà quel core).
 DEIDAMIA
 E ben, già che ti costa
 sì picciola pietà pena sì grande,
 più non la chiedo. Or da te voglio un dono
 ch'è più degno di te. Parti; ma prima
1005quel glorioso acciaro
 immergi in questo sen. L'opra pietosa
 giova ad entrambi. Ad avvezzarti, Achille,
 tu cominci alle stragi; io fuggo almeno
 un più lungo morir. Tu lieto vai
1010senza aver chi t'arresti; io son contenta
 che quella destra amata
 arbitra di mia sorte,
 se vita mi niegò, mi dia la morte.
 ARCADE
 (Io cederei).
 DEIDAMIA
                          L'ultimo dono...
 ACHILLE
                                                         Ah taci,
1015ah non pianger, mia vita. Ulisse, ormai
 l'opporsi è tirannia.
 ULISSE
                                       Lo veggo.
 ACHILLE
                                                           Alfine
 non chiede che un sol giorno. Un giorno solo
 ben puoi donarmi.
 ULISSE
                                     Oh questo no. Men vado
 d'Achille a' duci argivi
1020le glorie a raccontar. Da me sapranno
 qual nobile sudor le macchie indegne
 lavi del nome suo. Quai scuse illustri
 fa degli ozi di Sciro
 già la tua spada, e di qual serie augusta
1025va per te di trofei la fama onusta.
 ACHILLE
 Ma valor non si perde...
 ULISSE
                                              Eh di valore
 più non parlar. Spoglia quell'armi; a Pirra
 non sarian che d'impaccio. Olà rendete
 la gonna al nostro eroe; riposi ormai,
1030che sotto l'elmo ha già sudato assai.
 ARCADE
 (Vuol destarlo e lo punge).
 ACHILLE
                                                   Io Pirra! Oh dei!
 La gonna a me!
 ULISSE
                               No; d'animo virile
 desti gran prova inver. Non sei capace
 di vincere un affetto.
 ACHILLE
                                         Ah meglio impara
1035a conoscere Achille. Andiam.
 DEIDAMIA
                                                       Mi lasci?
 ACHILLE
 Sì.
 DEIDAMIA
         Come?
 ACHILLE
                         All'onor mio
 è funesto il restar; Deidamia, addio. (Parte risoluto e ascende il ponte della nave, dove poi si arresta.)
 ARCADE
 (Sentì lo sprone).
 ULISSE
                                   (E pur non son sicuro).
 DEIDAMIA
 Ah perfido! Ah spergiuro!
1040Barbaro! Traditor! Parti? E son questi
 gli ultimi tuoi congedi! Ove s'intese
 tirannia più crudel. Va', scelerato,
 va' pur; fuggi da me; l'ira de' numi
 non fuggirai. Se v'è giustizia in cielo,
1045se v'è pietà, congiureranno a gara
 tutti, tutti a punirti. Ombra seguace
 presente ovunque sei
 vedrò le mie vendette. Io già le godo
 immaginando; i fulmini ti veggo
1050già balenar d'intorno... Ah no fermate,
 vindici dei. Di tant'error se alcuno
 forza è che paghi il fio,
 risparmiate quel cor, ferite il mio.
 S'egli ha un'alma sì fiera,
1055s'ei non è più qual era, io son qual fui;
 per lui vivea, voglio morir per lui.
 ACHILLE
 Lasciami.
 ULISSE
                     Dove corri?
 ACHILLE
 A Deidamia in aiuto.
 ULISSE
                                         Ah dunque...
 ACHILLE
                                                                   E speri
 ch'io l'abbandoni in questo stato?
 ULISSE
                                                               È questa
1060di valore una prova.
 ACHILLE
                                       Eh tu pretendi
 prove di crudeltà non di valore.
 Scostati Ulisse.
 ARCADE
                               (Ha trionfato amor).
 ACHILLE
 Principessa, ben mio, sentimi. Oh numi!
 L'infelice non ode. Apri le luci,
1065guardami; è teco Achille.
 ULISSE
                                                Arcade, il tempo
 di sperar più vittoria ora non parmi;
 cediamo il campo. Adopreremo altr'armi. (Partono)
 
 SCENA VI
 
 ACHILLE, DEIDAMIA, poi NEARCO
 
 DEIDAMIA
 Oimè!
 ACHILLE
                Lode agli dei,
 comincia a respirar. No, mia speranza,
1070Achille non partì.
 DEIDAMIA
                                   Sei tu? M'inganno?
 Che vuoi!
 ACHILLE
                     Pace cor mio.
 DEIDAMIA
                                                Potesti, ingrato,
 negarmi un giorno solo. E or...
 ACHILLE
                                                         Non fui
 io che m'opposi, eccoti il reo... Ma... Come!
 Non veggo Ulisse! Ah mi lasciò!
 NEARCO
                                                            Se cerchi
1075d'Ulisse, ei corre al re; dal re ti vuole
 or che scoperto sei.
 DEIDAMIA
                                      Questa sventura
 sol mancava fra tante. Ecco palese
 al padre il nostro arcano.
 NEARCO
                                                Infin ad ora
 nascosto non gli fu. Già Teagene
1080cercò de' tuoi trasporti,
 ritrovò la cagione. Al re sen corse
 e ancora è con lui.
 DEIDAMIA
                                    Misera! Oh dei!
 Che fia di me? Se m'abbandoni, Achille,
 a chi ricorrerò?
 ACHILLE
                               Ch'io t'abbandoni
1085in periglio sì grande? Ah no; sarebbe
 fra l'imprese d'Achille
 la prima una viltà. Vivi sicura;
 lascia pur di tua sorte a me la cura.
 
    Non temer, sai quanto io t'ami
1090sai che fido a te son io,
 sai cor mio, che vivo in te.
 
 DEIDAMIA
 
    So il tuo amor, so che mi brami,
 che sei fido; e pur io sento
 che contento il cor non è.
 
 ACHILLE
 
1095   Ma perché bell'idol mio?
 
 DEIDAMIA
 
 Ah spiegato il cor non sa!
 
 ACHILLE
 
 Io son pur...
 
 DEIDAMIA
 
                         Sei il mio bene.
 
 ACHILLE
 
 Tutta in pegno...
 
 DEIDAMIA
 
                                 Ho la tua fede.
 A DUE
 
 E a un pensier sì dolce, oh dio,
1100L'alma tua
                       pace non ha!
 L'alma mia
 
 DEIDAMIA
 
    Ah crudel destin tiranno
 il tuo barbaro rigore...
 
 A DUE
 
 Contro il misero mio core
 quando mai si placherà! (Partono)
 
 SCENA VII
 
 NEARCO, poi LICOMEDE, ACHILLE e TEAGENE
 
 NEARCO
1105Di tue cure felici
 or va', Nearco, insuperbisci. A Teti
 di' che il feroce Achille
 sapesti moderar. Vanta gli scaltri
 lusinghieri discorsi; ostenta i molli
1110piacevoli consigli. Ecco perduti
 gli accorgimenti e l'arti. Il solo Ulisse
 tutto a scompor bastò. Qual astro infido
 fu mai quel che lo scorse a questo lido?
 ACHILLE
 Né di risposta ancora
1115Licomede mi degna?
 TEAGENE
                                         È troppo ormai,
 gran re, lungo il silenzio. I prieghi miei,
 le richieste d'Achille
 soddisfa alfin. Che ti sospende? È forse
 la fé che a me donasti? Ah non mi oppongo
1120a sì grande imeneo. L'amor? Ma quando
 fu colpa in cor gentile
 un innocente amor? L'inganno? È Teti
 la rea; già fu punita. Ella in tal guisa
 celare ad ogni ciglio
1125il figlio volle e fe' palese il figlio.
 ACHILLE
 (Chi mai sperato avrebbe
 in Teagene il mio sostegno!)
 LICOMEDE
                                                      Achille,
 sì grande questo nome
 suona nell'alma mia che usurpa il loco
1130a tutt'altro pensier. Che dir poss'io
 dell'imeneo richiesto? Il generoso
 Teagene l'applaude; il ciel lo vuole;
 tu lo dimandi, io lo consento. Ammiro
 sì strani eventi; e rispettoso in loro
1135del consiglio immortal gli ordini adoro.
 ACHILLE
 Ah Licomede... Ah Teagene... Andate
 la mia sposa, il mio bene
 custodi ad affrettar. Principe, oh quanto
 quanto ti deggio mai! Padre, signore,
1140come a sì caro dono
 grato potrò mostrarmi?
 LICOMEDE
                                              A Licomede
 l'esser padre a tal figlio è gran mercede.
 
 SCENA ULTIMA
 
 ULISSE e detti, poi DEIDAMIA, indi tutti
 
 ACHILLE
 Ah vieni, Ulisse; i miei felici eventi
 sapesti forse?
 ULISSE
                            Assai diversa cura
1145qui mi conduce. Eccelso re, conviene
 che deposto ogni velo alfin t'esponga
 della Grecia il voler. Sappi...
 LICOMEDE
                                                      Già tutto
 m'è noto; a parte a parte...
 DEIDAMIA
                                                   Ecco al tuo piede
 mio re, mio genitor...
 LICOMEDE
                                          Sorgi. È soverchio
1150ciò che dir mi vorresti. Io già de' fati
 tutto l'ordine intendo. Ah dimmi, o Ulisse,
 e che sarebbe il nostro eroe, se ognora
 spirasse ira e foror? Tu dimmi, o figlia,
 qual diverebbe a te languendo accanto
1155sempre in cura d'amor? Dunque ov'il chiama
 la tromba eccitatrice
 vada, ma sposo tuo. Ti torni al fianco,
 ma cinto di trofei. Co' suoi riposi
 del sudor si ristori
1160e col sudore i suoi riposi onori.
 ACHILLE
 Sposa, Ulisse, che dite?
 DEIDAMIA
                                             Alle paterne
 giuste leggi m'accheto.
 ULISSE
 Lieta il saggio decreto
 ammirerà la Grecia.
 TEAGENE
                                        Eterna lode
1165n'avrai dal mondo intero.
 ACHILLE
                                                 Or non mi resta
 che desiar.
 LICOMEDE
                       Gl'illustri sposi unisca
 il bramato da lor laccio tenace;
 e la gloria e l'amor tornino in pace.
 CORO
 
    Ecco felici amanti,
1170ecco Imeneo già scende,
 già la sua face accende,
 spiega il purpureo vel.
 
    Ecco a recar sen viene
 le amabili catene,
1175a voi per man d'amore
 già fabbricate in ciel.
 
 Fine del dramma